Un quarto dei fondi del Pnrr è destinato a recuperare il ritardo tecnologico, ma il traguardo è lontano.
Da qui a cinque anni, l’Italia farà dei grossi cambiamenti. La digitalizzazione si inserirà in modo importante tra i cittadini, le infrastrutture, l’istruzione, la sanità e la pubblica amministrazione.
Il capitolo relativo alla transizione digitale investe un quarto dei 191,5 miliardi di euro del Piano nazionale di ripresa e resilienza, il cosiddetto Pnrr.
Secondo l’Unione Europea nel 2021 l’Italia era in ventesima posizione sui 27 stati membri per la digitalizzazione dell’economia e delle società.
Le riforme e gli investimenti legati al Pnrr permetteranno una grande svolta al nostro paese.
Ma le scadenze molto ravvicinate, e i problemi legati ai bandi di gara, sono vincoli che indicano che questo è un obiettivo veramente molto ambizioso e difficile da raggiungere.
Sei missioni
Le sei missioni in cui vengono investiti i fondi europei e nazionali sono le seguenti:
1. Digitalizzazione, innovazione, competitività, cultura e turismo;
2. Rivoluzione verde e transizione ecologica;
3. Infrastrutture per una mobilità sostenibile;
4. Istruzione e ricerca;
5. Inclusione e coesione;
6. Salute.
In particolare, i 48 miliardi del Pnrr che coinvolgono la transizione digitale, in realtà coinvolgono tutte e sei le missioni lungo il quale si svolge il piano, anche se, di fatto, è concentrato nella missione 1, quella sulla digitalizzazione e l’innovazione. Quest’ultima missione, inoltre, finanzia progetti per coprire con la rete mobile 5G 12 mila chilometri di strade e per dotare di connessioni molto avanzate 12mila strutture ospedaliere.
Sono inoltre previsti degli investimenti per l’adozione di tecnologie molto innovative e di competenze digitali nel settore privato, attraverso il programma di Transizione 4.0, e in quello turistico-culturale.
Un altro capitolo è quello relativo alla missione 4, quella su istruzione e ricerca, che coinvolge il 15 per cento delle risorse destinate alla transizione digitale, per la formazione di docenti e studenti e per cablare 40.000 edifici con connessioni ad alta velocità.
Il restante 25 per cento è suddiviso tra le altre missioni, da quella sulla mobilità sostenibile a quella dell’ambiente.
Distribuzione delle risorse
Distribuzione dei 48 miliardi del Pnrr destinati alla transizione digitale
59% – Digitalizzazione, innovazione, competitività, cultura e turismo
15% – Istruzione e ricerca
9% – Salute
7% – Infrastrutture per una mobilità sostenibile
6% – Coesione e inclusione
4% – Rivoluzione e transizione ecologica
Fonte: italiadomani
Vittorio Colao
In questo piano di grande cambiamento, il ruolo di maggiore responsabilità è quello sostenuta da Vittorio Colao, ex-amministratore delegato di Vodafone, oggi a capo del Ministero per l’innovazione tecnologica e la transizione digitale.
Il piano denominato “Italia digitale 2026”, la cui competenza è di 13 miliardi di euro del Pnrr, coinvolge la digitalizzazione della pubblica amministrazione e la realizzazione di reti ultra veloci.
Inoltre, 700 milioni di euro verranno investiti per la creazione di un polo strategico nazionale che ospiterà dati e servizi di tutte le amministrazioni centrali dello stato.
Obiettivi ambiziosi
Il primo obiettivo è quello di diffondere l’identità digitale in almeno 70 per cento della popolazione partendo dagli strumenti attuali, ad esempio lo spid. Sempre il 70 per cento della popolazione dovrà avere competenze digitali di base, ossia saper usare un computer o uno smartphone: oggi, questa competenza, è al 40 per cento.
Il terzo obiettivo è quello di portare la pubblica amministrazione a utilizzare i servizi in cloud, ossia in rete, mentre una percentuale ancora più alta, quella del 80 per cento, è il numero dei servizi pubblici essenziali che dovranno essere erogati online.
Il quinto, ed ultimo obiettivo, è quello di raggiungere il 100 per cento delle famiglie e imprese italiane con reti a banda ultra larga: quelle, cioè, in grado di supportare una velocità di 100 megabit al secondo. Oggi questa percentuale é ancora sotto il 30 per cento.
Le prossime scadenze
Entro marzo è atteso il bando da due miliardi di euro per finanziare l’estensione della rete 5G su tutto il territorio nazionale.
Inoltre, il ministero per l’innovazione tecnologia e la transizione digitale dovrà riuscire a dialogare con altri ministeri che hanno mostrato alcuni ritardi nella digitalizzazione. Un esempio fra tutti l’85 per cento dei medici di base dovrà utilizzare, quotidianamente, il fascicolo sanitario elettronico, dove ogni cittadino tiene traccia della sua storia clinica o prenotare gli esami medici.
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#Fonte: tratto dall’Essenziale del 5 febbraio 2022 – Carlo Canepa – Trasformare l’Italia in un paese digitale